ALLA RICERCA DELL'EQUILIBRIO TRA PUNIZIONI E RICOMPENSE
- Davide Perego | Dottore in Scienze e Tecniche Psicologiche
- 2 giorni fa
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Il rapporto tra genitori e figli è da sempre considerato di fondamentale importanza per la crescita dei ragazzi, così come lo stile educativo che il sistema famiglia adotta nei confronti dei giovanissimi.
Vale in egual modo il potere che esercita la scuola sui minori nel creare un imprinting in merito a tematiche che permangono nella vita adulta, motivo per cui gattostizzito ha come obiettivo quello di mettersi a fianco delle scuole italiane e del Canton Ticino, al fine di comunicare l’importanza di un comportamento nonviolento.Le punizioni, in ambito scolastico, hanno subito modifiche sostanziali, essendo state vietate quelle corporali in Italia dal regolamento generale sui servizi dell'istruzione elementare, di cui al regio decreto 26 aprile 1928, n. 1297.Questi cambiamenti hanno obbligato il sistema scolastico a cercare delle strategie per permettere ai giovani di imparare dagli sbagli compiuti, focalizzandosi sul carattere rieducativo.
È notizia di questi giorni che all’istituto Da Vinci di Saronno, un comune lombardo, è stato approvato un progetto innovativo teso a trasformare le sanzioni disciplinari, come la sospensione, in attività di volontariato (in questo preciso caso a supporto di un centro diurno disabili cittadino), con lo scopo di sviluppare le competenze civiche e sociali dei ragazzi e di aumentare caratteristiche indispensabili, quali cittadinanza attiva e responsabilità.
“Le sanzioni – sottolinea Gabriele Musarò, DS dell’istituto – non devono essere punitive, ma occasioni per stimolare una riflessione consapevole nei ragazzi. Il nostro obiettivo è educare, non punire. Questo progetto va esattamente in questa direzione”.Già nel primo dopoguerra Maria Montessori suggerì di sostituire le punizioni con le “conseguenze naturali o logiche”, che permettono di spiegare con chiarezza ogni situazione che si presenta ai giovani; rendendoli così indipendenti e responsabili senza l’uso di urla o minacce; ritenendo che l’uso di punizioni (così come di premi) inibisse lo sviluppo dell’autodisciplina.
È Alice Miller, psicoterapeuta e saggista svizzera formatasi a Basilea, profonda oppositrice di un metodo educativo basato sulle punizioni.Ipotizza che la violenza "educativa" costringa il bambino ad obbedire esclusivamente per paura di ricevere una punizione e per il timore di provocare nel genitore una delusione tale da non meritare più amore.Arriva a rafforzare questi concetti nel saggio “La persecuzione del bambino”, studiando e documentando la violenza psicofisica subita da Adolf Hitler per mano del padre, riconducendo proprio a questo blocco emotivo nella fanciullezza del dittatore, come causa scatenante del suo odio per il genere umano. Riprendiamo un tratto del saggio di Vigilante in merito ai suoi studi proprio sul pensiero della Miller nei confronti di Hitler: “Adolf Hitler era figlio di Alois Schicklgruber (che cambierà il cognome in Hitler, prendendo il cognome di un mugnaio che sposò la madre quando aveva cinque anni). Nel villaggio in cui era nato – Strones, nella Bassa Austria – si diffuse naturalmente la voce che Alois era figlio illegittimo dell’ebreo Frankenberger. In queste origini oscure c’è per Miller sufficiente materiale per spiegare la sua inquietudine in età adulta; che vede le radici di questa avversione nei maltrattamenti cui sarebbe stato sottoposto dal padre fin dalla più tenera infanzia. Hitler avrebbe realizzato poi in tutta la Germania quel medesimo sistema totalitario, quell’ordine del terrore che il padre aveva instaurato nella sua famiglia.”Skinner, fondatore del condizionamento operante, basa invece la propria teoria proprio sulla concessione di un rinforzo/punizione come fondamento educativo dei bambini, attraverso un esperimento cardine di radice comportamentista famoso come “Skinner box”, di seguito riassunta.Un animale, principalmente un piccolo roditore o un piccione, viene inserito nella “Skinner box” libero di esplorare l’ambiente e di premere casualmente una leva presente all’interno del contenitore.Se come conseguenza di questa pressione l’animale riceverà un rinforzo positivo, come a esempio del cibo, la creatura tenderà a ripetere questa azione.
Al contrario se come conseguenza riceverà un rinforzo negativo, come a esempio una scossa elettrica, l’animale tenderà a evitare l’azione.
Questo strumento è stato considerato di fondamentale importanza per lo studio del comportamento, permettendo di analizzare quanto le conseguenze di un’azione influenzino l’apprendimento.
Davide Perego
Dottore in Scienze e Tecniche Psicologiche
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