La scuola occupa per i ragazzi italiani dei tempi molto simili a quelli lavorativi per gli adulti, che variano quindi dalle 30 alle 36 fino alle 40 ore settimanali (per il tempo definito pieno o prolungato).
Basandoci sull’indagine dell’OCSE-PISA (Programme for International Student Assessment) condotta nel 2018, gli studenti italiani dedicano “ai compiti a casa” un tempo a settimana pari a circa 8,5 ore, al contrario i ragazzi della Corea del Sud, il cui sistema educativo (considerato tra i più rigidi al mondo) si è classificato al primo posto nella revisione Pearson, trascorrono a casa sui libri solo 2,5 ore.
Per addentrarci nel mondo extrascolastico dei ragazzi ci avvaliamo del supporto della ricerca condotta da IPSOS “Public Affairs” del 2016, “Lo stile di vita dei bambini e dei ragazzi” sponsorizzata da Save the children, che ha come campione 700 individui dai 6 ai 17 anni e i loro genitori residenti in tutta la penisola italiana.
I giovanissimi, in merito alla percezione che hanno dell’attribuzione dei propri genitori agli aspetti della loro quotidianità, ritengono che sia “molto importante” che vadano bene a scuola (66%), seguito dall’importanza della lettura (55%) e dal praticare almeno uno sport (44%), comprendendo quindi in autonomia l’importanza dello studio, della cultura e dell’attività fisica.
L’80% degli intervistati dichiara di fare attività sportiva extrascolastica, di seguito le percentuali degli sport praticati nello specifico dal campione: nuoto (32%), calcio (26%), pallavolo (15%), atletica (11%), basket (10%), tennis (7%) e altro sport (26%).
Le motivazioni per cui il 20% del campione non pratica alcuno sport variano dal disinteresse per l’attività fisica (34%) a problemi economici familiari che non permettono di affrontare la spesa (20%), così come l’assenza di strutture adeguate nelle vicinanze (17%).
I ragazzi amano giocare all’aperto e lo trovano anche un luogo di aggregazione in quanto è lì che riconoscono di fare sia potenzialmente che nell’effettivo nuove amicizie, nonostante riconoscano sia anche luogo di esclusione da parte dei propri coetanei, principalmente perché attribuiscono agli esclusi scarse competenze o problemi di obesità o ancora differenza etnica.
La televisione rimane un mezzo che affascina i giovani che dicono di trovarsi in maggioranza davanti allo schermo nei giorni feriali tra i 30 minuti e 1 ora, mentre nel weekend il tempo aumenta diventando tra 1 ora e le 2 ore.
Da notare la percentuale dei ragazzi che dichiara di stare davanti alla televisione più di due ore al giorno che è dell’11% nei giorni feriali e del 17% durante il weekend.
Anche il mondo dei videogames attrae il campione di studio, che per il 34% dichiara di giocare da mezzora a 1 ora, mentre il 13% afferma di non essere interessato e di non giocare ai videogames; l’82% dichiara di utilizzare internet almeno una volta al giorno avendo la percezione nel 68% dei casi, che i propri genitori controllino quanto e che pagine visitino durante la loro permanenza sul web.
In merito alle attività svolte nel tempo libero con la propria famiglia, i ragazzi rispondono come segue (con la possibilità di segnalare massimo 5 risposte)
Usciamo e andiamo a passeggio (52%)
Stiamo in casa (49%)
Usciamo e andiamo al centro commerciale (46%)
Andiamo dai nonni o dagli zii (44%)
Usciamo e andiamo a casa di amici (30%)
Usciamo e andiamo a visitare qualcosa (26%)
Mentre alla domanda specifica “Nel tempo libero che trascorri solo (senza i genitori), ti capita di svolgere queste attività?” il campione ha risposto con le percentuali di seguito (sempre avendo la possibilità di segnalare massimo 5 risposte)
Ascoltare musica (52%)
Leggere (40%)
Praticare un hobby (25%)
Aiutare nei lavori domestici (18%)Suonare uno strumento (13%)
Far parte di gruppi come scout o altre associazioni ricreative (9%)
I giovanissimi, hanno inoltre ammesso che per la maggior parte di loro, la cosa più importante è stare con i propri amici e i ragazzi della loro età.
Quindi, nonostante sembri che la digitalizzazione a volte prenda il sopravvento depersonalizzando i ragazzi, la realtà ascoltando la loro voce è differente.
I giovani, come si ripete ciclicamente, desiderano stare con gli altri perché è proprio il confronto ad aiutarli a trovare loro stessi ancor più nel profondo. Questo è uno dei motivi per cui gattostizzito non ha intenzione di stancarsi di parlare proprio a loro, così capaci di riconoscere l’importanza dell’altro nella propria vita, ad approcciarsi in maniera nonviolenta nei confronti della Società, risolvendo i conflitti in maniera pacifica e adottando la nonviolenza come stile di vita, comprendendo l’importanza dell’Altro per il proprio benessere psicofisico.
Davide Perego
Dottore in Scienze e Tecniche Psicologiche
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