Albert Bandura è stato uno psicologo canadese, professore all’università di Stanford e Presidente dell’associazione statunitense di psicologia, tra i padri della teoria sociale cognitiva; che studia la mente e come questa reagisce all’interno di un contesto, nell’interazione con l’ambiente.
Il professore ha sin dal principio dei suoi studi messo in evidenza l’interazione individuo contesto, specificando come l’ambiente influenza l’individuo che, essendo però un individuo attivo, influenza a sua volta le persone che lo circondano e di conseguenza l’ambiente in cui è inserito; arrivando a parlare di condizionamento reciproco.
È interessante il concetto di individuo attivo, in quanto implica la caratteristica del libero arbitrio, donando all’essere umano la capacità di scegliere e ponderare i pensieri e le azioni da mettere in atto, anche in base alle sue caratteristiche temperamentali.
Tramite i suoi numerosi esperimenti arrivò a concretizzare la teoria dell’apprendimento per imitazione (modellamento).
Già in precedenza molti studiosi avevano evinto l’importanza che rivestiva il modello di riferimento per la crescita del bambino ipotizzando che già nei primi mesi di vita il bambino fosse in grado di osservare e riprodurre gesti e movimenti degli adulti e che dagli 8 mesi i bambini acquisissero la capacità di imitare le espressioni del viso dei propri care-giver.
Bandura non si ferma a questi studi, in quanto vuole apprendere quanto l’imitazione si trasformi nel tempo in un comportamento appreso e nel 1961 crea il suo esperimento più controverso, famoso come esperimento della bambola Bobo (noto come Bobo doll experiment), tra le più importanti ricerche sperimentali sull’aggressività e sull’apprendimento sociale (o osservativo).
Bandura coinvolse 72 bambini e bambine dell’asilo della Stanford University di un’età compresa tra i 3 e i 6 anni e li divise in 3 sottogruppi che vennero sottoposti a differenti stimoli ambientali:
- Il primo gruppo di bambini fu sottoposto alla visione di un adulto che picchiava la bambola con un martello e la insultava e la malmenava con calci e pugni
- Il secondo gruppo ebbe come stimolo un adulto che giocava con delle costruzioni e nel momento in cui si rapportava alla bambola, lo faceva in maniera positiva
- Il terzo gruppo non fu sottoposto a visioni di adulti nella stanza, ma furono lasciati liberi, senza precedenti stimoli, di rapportarsi all’ambiente (in termine psicologico viene questo definito gruppo di controllo in quanto non sottoposto ad alcun genere di condizionamento)
I risultati scientifici dell’esperimento di Bandura sono un’enorme testimonianza di quanto l’atteggiamento degli adulti sia in grado di modellare i comportamenti dei più piccoli...
Perché?
L’esperimento a quali risultati portò?
I bambini, lasciati liberi dopo l’esperimento di giocare come preferivano all’interno della stessa stanza vista in video in cui gli adulti si rapportavano con la Bobo Doll (negativamente con il primo gruppo e positivamente con il secondo gruppo), si comportavano in maniera differente rispetto a quanto “imparato” dall’adulto visto in precedenza.
I bambini del primo gruppo (per circa l’80%) tendevano a reiterare questo comportamento mostrando atteggiamenti violenti non solo nei confronti della bambola, ma anche degli altri giochi e oggetti presenti nella stanza dimostrando di aver fatto proprio un modello di riferimento violento.
I bambini, invece, degli altri gruppi non mostrarono interesse particolare nel mettere in pratica azioni violente nei confronti della bambola e degli altri giochi presenti nella stanza e Bandura ipotizzò che gli atteggiamenti violenti fossero quindi stati indotti dalla visione stessa della violenza, avvalorando la sua tesi di modellamento per imitazione.
Nonostante differenti correnti psicologiche e relative teorie, il modellamento di Bandura rimane per molti studiosi un esperimento in grado di spiegare l’apprendimento dei giovanissimi.
Questo è uno dei motivi per cui, attraverso gattostizzito, chiediamo a ogni adulto di fare la propria parte aderendo al nostro manifesto e validando così un modo di agire che possa sempre fungere da modello positivo nei confronti delle nuove generazioni.
Davide Perego
Dottore in Scienze e Tecniche Psicologiche
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