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Davide Perego | Dottore in Scienze e Tecniche Psicologiche

La scuola come istituto formativo dalla fanciullezza all'età adulta

La scuola è un’invenzione moderna legata alla rivoluzione industriale e nasce per inserire sul mercato manodopera in possesso di competenze culturali di base e specializzate. “La schola”, come definita in latino, passò dall’essere un’istituzione di stampo religioso (XVII secolo), all’essere un organo controllato dal governo di stato (fine XVIII – XIX secolo). Solo con l’avvento del XX secolo, divenne obbligatoria in quanto considerata necessaria per l’assunzione di un ruolo nella vita adulta. La scuola permette dai 6 ai 19 anni di: - interiorizzare contenuti e modelli esterni alla famiglia - acquisire competenze di ruoli sociali adulti - costruire un’identità sociale

L’istruzione è la principale depositaria della funzione socializzativa successiva alla fase primaria che ha come focus l’educazione dell’alunno attraverso un processo di apprendimento a regole impersonali, orientando il bambino alla strutturazione della propria azione in termini di rapporto mezzo-fine.

Queste parole di D’Avenia, docente, scrittore e sceneggiatore, ci aiutano a ricordare quanto sia totalizzante come esperienza: Possibile che a 16 anni sei convinto che la vita sia la scuola e la scuola sia la vita? Che l'inferno siano i prof. e il paradiso i giorni di vacanza? Che i voti siano il giudizio universale? È possibile che a 16 anni il mondo abbia il diametro del cortile della scuola?”

La scuola da sempre riveste funzione educativa, in quanto non trasmette solo contenuti ma anche modelli di comportamento che si rifanno a principi di: autorità, prestazione, competizione e cooperazione, oltre che all’insegnamento di conformità morali e culturali.

Rispetto all’educazione che viene esercitata in famiglia, la scuola ha caratteristiche distintive che sono: a) Limitatezza dell’arco di tempo dedicato all’educazione b) Intenzionalità nella messa in atto di comportamenti educativi c) Razionalità nella relazione alunno – insegnante d) Imparzialità nel giudizio

Quindi, “Cosa accade in un’aula scolastica?” La risposta è che si attivano due differenti curricula: Curriculum esplicito che prevede un sapere di tipo strumentale volto al raggiungimento degli obiettivi didattici Curriculum implicito che trasforma riferimenti non palesi e formalizzati in valori e atteggiamenti che vengono interiorizzati dagli alunni

Il percorso studiorum, tra primaria, secondaria di I grado e secondaria di II grado accompagna l’individuo in media dai 6 anni (ingresso alle elementari) ai 19 anni (diploma superiore).

Inizialmente il bambino che si inserisce nell’istituzione scuola apprende nuove abilità, quali lettura e scrittura attraverso cui comprende le regole linguistiche; acquisisce il concetto di numero e di calcolo e perfeziona le vecchie abilità motorie.

Nelle scuole primarie e secondarie è fondamentale riconoscersi in modelli positivi che attivino l’identificazione imitativa mettendo le premesse a: un comportamento industrioso e filosociale contro un comportamento antisociale e deviante.

Tramite il role taking ipotizzato da Selman e traducibile in “assunzione di ruolo”, tuttora tra i principali strumenti educativi impliciti che la scuola permette di mettere in pratica, il bambino acquisisce maggior consapevolezza di sé e degli altri facilitando la comprensione dei rapporti e dei ruoli sociali.

Le scuole superiori coincidono con un periodo della vita complesso che è l’adolescenza, in cui il giovane all’interno del gruppo classe vuole costruire un’immagine positiva che permetta di ottenere conferme.

Per facilitare l’accesso all’età adulta, il ragazzo anche attraverso l’istituzione scuola e i rapporti che si creano al suo interno, deve acquisire i seguenti skills: 1) Superamento del conflitto interiore tra il desiderio di autonomia e il senso di dipendenza e protezione derivante dall’attaccamento ai propri genitori. Un tipico meccanismo di proiezione adolescenziale mostra i genitori come principale ostacolo al processo di autonomia 2) Sviluppo e affermazione della propria identità inizialmente nel gruppo dei pari, successivamente nel gruppo classe e infine in famiglia 3) Modifiche nel rapporto coi genitori che diviene più paritario e reciproco, meno legato al concetto di dipendenza 4) Assunzione di responsabilità in ambiti quali istruzione, lavoro e politica

La scuola, è quindi l’istituzione che accompagna il bambino dalla seconda infanzia, alla fanciullezza, all’adolescenza fino all’età adulta.

Dobbiamo quindi “aiutarla” a restituire adulti che non solo siano preparati culturalmente, ma che siano in grado di mettere in campo la propria moralità e che non cadano in fantasie violente e svilenti nei confronti dell’Altro, ma che siano invece quelle braccia sempre pronte ad accogliere perché come diceva Maria Montessori “Se v’è per l’umanità una speranza di salvezza e di aiuto, questo aiuto non potrà venire che dal bambino, perché in lui si costruisce l’uomo.”

gattostizzito non può quindi che augurare un buon inizio anno scolastico a tutti coloro che si apprestano a varcare la soglia degli istituti del nostro Paese anticipando che anche quest’anno sarà al fianco delle scuole nell’”educare” i giovani alla nonviolenza.


Davide Perego

Dottore in Scienze e Tecniche Psicologiche

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